Maglioni natalizi
La storia del maglione risale alle tradizionali famiglie scandinave della fine del ‘900. In particolare si attribuisce l’origine alla tradizione delle donne anziane dei paesini di cucire a maglia maglioni pesanti e caldi per i giovani pescatori.
Si ipotizza che l’uso smodato di colori accesi fosse una scelta finalizzata ad identificare più facilmente i corpi dei giovani della comunità qualora fossero caduti in mare.
Il maglione natalizio diventa di uso comune grazie agli sciatori norvegesi. Nei paesi del nord Europa gli sci non sono certo di recente invenzione e nell’isola di Rody, in Norvegia, troviamo una incisione con sciatori risalente addirittura al 2500 a.C. Nel dopoguerra gli sciatori norvegesi hanno fatto loro questo indumento (probabilmente perché un’indumento caldo) e portato avanti la tradizione.
Nel Regno Unito e in Irlanda, i maglioni natalizi hanno guadagnato popolarità grazie alla televisione. Un boom straordinario che ha visto anche il conduttore televisivo Bill Cosby nel suo spettacolo “The Cosby Show” apparire nel piccolo schermo con maglioni di natale ideati dallo stilista olandese Kus van der Akker. Già negli anni precedenti li avevano utilizzati le star di Hollywood, da Clark Gable a Gary Cooper, fino a Ingrid Bergman.
Mentre negli anni ’80 vediamo un interesse crescente genuino per il maglione di Natale, negli anni ’90 si apre tutto un nuovo filone: quello dei maglioni natalizi brutti. Ebbene si, diventa di moda l’esasperazione e l’aberrazione della saturazione dei colori, i disegni naive e le applique.
Diventano in poco tempo i maglioni da regalare a titolo di scherzo o la massima espressione del coraggio personale alle feste di Natale. Sarà proprio questo filone a spingere le vendite, rendendolo un capo usato e conosciuto in tutto il mondo.
Molti concordano sul fatto che la svolta decisiva nel diventare un capo di massa avvenne nel 2001. Nel film “Diario di Bridget Jones“, la 32enne Bridget incontra Mark Darcy per la prima volta.
Nel suo viso si legge un certo imbarazzo di fronte al disegno di Rudolph (la renna dal naso rosso, aiutante di Babbo Natale, tipica immagine natalizia nordica), stampato sul maglione di Colin Firth (sul web trovate facilmente capi con la renna Rudolph su siti specializzati).
È innegabile che il fascino dell’attore ed la popolarità del film di Sharon Maguire abbia dato una spinta non indifferente al successo di questo capo d’abbigliamento.
Intanto con il successo del maglione natalizio molti capi passano nella rete dei negozi di seconda mano. In particolare in Canada, dove negli primi anni ‘2000 nasce addirittura una festa a tema.
Studenti dell’università Vancouver organizzano infatti per la prima volta feste in maschera, dove ci si deve presentare indossando il più brutto maglione di seconda mano. Un’idea tanto contagiosa che conquistò gli Stati Uniti prima e tutto il mondo, poi.
Il maglione, tra il 2010 ed oggi, è un capo in crescita continua. Non si contano gli eventi e gli spettacoli a tema. Alcuni con larghissimo successo.
È da citare “Dodici giorni di maglioni natalizi“, la rassegna del Tonight Show condotto dal famosissimo presentatore Jimmy Fallon, che ogni anno scopre per dodici giorni consecutivi altrettanti maglioni (brutti, anzi bruttissimi) da un armadio/calendario dell’avvento.
È il boom. Alle aziende tradizionali norvegesi, danesi e svedesi si affiancano i grandi marchi di abbigliamento. Oggi inserire nelle collezioni invernali un “Christmas Jumper” è d’obbligo.
E non parliamo solo della distribuzione fast-fashion retail, ma anche di marchi di alta moda come Dolce & Gabbana o Ralph Lauren.
Insomma, che si tratti di maglione brutto o maglione di Natale classico il risultato è che questo capo di abbigliamento ha oggi assunto un ruolo determinante come simbolo del Natale.
Nel 2012 la ONG Save the Children ha istituito il “Christmas Jumper Day“, una raccolta fondi legata al tradizionale indumento. L’appuntamento per il 2019 è il 13 dicembre, quando scuole, privati, aziende si uniranno per festeggiare le feste natalizie indossando l’abito e raccogliere fondi per i bimbi che sono meno fortunati di noi. Per saperne di più potete visitare il sito ufficiale dell’evento.